Come per molte donne anche per me la maternità è stata una fase della vita molto speciale, potrei dire il periodo più bello, più intenso e più creativo. Infatti nonostante i continui cambiamenti d’umore, la nausea e la pancia contratta che mi obbligò a stare ferma a casa, la mia mente iniziò ad elaborare un’idea: Perché non creare qualcosa che possa aiutare i miei “clienti” più piccoli?
Così decisi di scrivere una piccola e semplice storia con personaggi buffi e immaginari che potesse guidare i bambini verso il mondo dell’alimentazione. Una volta ultimata la inviai alla casa editrice “Federighi Editori”, rinomata per le sue collane di libri per bambini e… come nelle favole… magia, magia furono entusiasti di accettare e stampare la mia storiella definendola semplice, divertente ma anche educativa.
A settembre 2014, quindi ho presentato il mio primo libro – gioco per bambini sull’alimentazione, intitolato “Chi ha paura di Colagrasso?”, ricco di giochi per non annoiare i piccoli lettori.
Non esistono particolari protagonisti o antagonisti, ma l’immagine di due stili di vita diversi; uno composto da solo cibi e abitudini sane, mentre l’altro sedentario e pieno di grassi. Nell’arco di una giornata questi nemici- amici si sfideranno per imporre a tutto il villaggio, le loro abitudini, ma il finale racchiude una morale a sorpresa troppo spesso trascurata. Ovvero: la vera ricetta per un buon stile di vita è composta da un po’ di entrambi, un po’ di sane abitudini e un po’ di Schifomix.
Il mio intento, però, non era solo scrivere un libro ma volevo creare uno strumento che guidasse i bambini a fare le giuste scelte culinarie senza troppe privazioni quindi, insieme alla titolare della casa editrice abbiamo iniziato a cercar di diffondere questo libro gioco nelle scuole materne e primarie creando dei veri e propri laboratori didattici.
Chissà a cosa porterà questa mia creazione, se riuscirò davvero a stimolare alcuni bambini verso le giuste scelte alimentari o se utilizzeranno il libro solo per colorare, come ancora fa mia figlia di 24 mesi, ma di certo mi sono divertita a scriverlo, a immaginarlo e a raccontarlo.